- Citazione :
- jesce dinto
Mi fa sorridere questa frase! mi ci sono imbattuta all'eta di 17/ 18 anni...
Era forse una delle prime volte che andavo a Maddaloni, ero sull'uscio di una cucina e all'interno una signora che lavava il pavimento..
Mi disse: -jesc' dint'!!! -.Io rimasi un pò...spaesata...nn capivo bene se uscire o entrare!
La signora lo ripeteva -jesc' dint'!!! -.......ed io..lì, ferma!
Alla fine chiesi: Oh..ma che devo fare???
..il primo scontro con parole contraddittorie di questo mondo colorato.
Torniamo a bomba e spero che Sole mi consenta l'approfondimento..
Dalle mie parti ( e non solo perchè pare che sia un termine di uso italiano) liscebbusso o lisciabbusso o anche liscibussu/liscebusso la parola significa sempre rabbuffo e poi ramanzina molto energica, strapazzata, paternale, rampogna, sgridata fino a giungere estensivamente anche solenne bastonatura( ma soprattutto romanzina)..
Tale termine viene sicuramente dal gioco del tressette ..
Rammenterò, per quei pochi che non lo conoscessero e per poter illustrare l’origine della voce a margine,che nel predetto giuoco la carta con il maggior valore (1 punto) è l’asso, mentre tutte le figure e le carte ad esse equiparate (2 e 3) valgono solo 1/3 di punto cadauna e che l’asso pur di valore superiore, può esser catturato o dal 2 o dal 3; Il tressette ha tale nome perché in origine per vincere la partita occorreva vincere tre mani totalizzando in ognuna sette punti: tre per sette = ventuno che sono i punti necessari per vincere la partita...
Pare che questo gioco sia stato ideato da muti, in origine ai giocatori era consentito segnalare al proprio compagno ed ovviamente agli avversari, il possesso di alcune carte, solamente con dei segni ed ugualmente solo con dei segni si poteva chiedere al compagno di rispondere alla giocata con una determinata carta (ad es.: bussare una volta sul tavolo con le nocche delle dita equivale a dire: sono in possesso del tre del palo (seme) che sto per giocare: bussare due volte sul tavolo con le nocche delle dita equivale a dire: sono in possesso del due del palo, del seme che sto per giocare; strisciare o lisciare piú o meno ripetutamente una carta e súbito dopo bussare una volta equivale a dire: sono in possesso dell’asso del palo (seme) che sto per giocare; A seconda poi del numero delle volte che si liscia/striscia la carta significa che l’asso è accompagnato e difeso da piú o meno numerose figure e/o cartine; quando poi si liscia/striscia una carta senza far seguire il bussare significa che il palo (seme) di cui si sta strisciando la carta giocata non à né asso, né due, né tre, ma solo una sequenza piú o meno lunga di figure o cartine).
Va da sé che chi sia in possesso dell’asso accompagnato solo da poche figure e/o cartine corra il rischio di vedere prima o poi cadere il proprio asso nella... bocca del 2 o del 3 che siano nelle mani dell’avversiaro e si trovi perciò in una situazione precaria, di una solenne sconfitta/perdita tale da poter essere considerata come una strapazzata, paternale, rampogna, sgridata o addirittura una sonora bastonatura.
E da qui..il termine!
Una curiosità.... i napoletani chiamano pali (i semi delle carte) avendo mutuato dallo spagnolo la voce palos (che è la voce con cui gli spagnoli indicano i semi delle carte) adattandola in palo/pali