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 La Comunicazione dai segnali di fumo agli sms...

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MessaggioTitolo: La Comunicazione dai segnali di fumo agli sms...   La Comunicazione dai segnali di fumo agli sms... Ang28Dom Feb 07, 2010 6:00 pm

COMUNICAZIONE



Comunicazione: trasmissione di informazioni attraverso messaggi.



Etimologia: dal latino communicatione da comunicare, derivato da cum=con e munire = legare.



Secondo R. Jackobson in ciascun “evento comunicativo” intervengono sei elementi:



EMITTENTE = chi dà il messaggio

RICEVENTE = chi riceve il messaggio

CODICE = il procedimento di costruzione del messaggio, esempio: una lingua o un alfabeto.

CANALE = il mezzo di trasmissione del messaggio.

CONTESTO = insieme di conoscenze che emittente e ricevente hanno in comune.

CONTATTO = che si realizza tra emittente e ricevente.



Il processo comunicativo ha natura bidirezionale, quindi vi è implicitamente uno scambio di ruoli tra emittente e ricevente.



In questa stanza si parlerà prevalentemente del CANALE , cioè dei mezzi di comunicazione, della loro origine, evoluzione e futuro.

Tuttavia sarà necessario parlare anche degli altri elementi della comunicazione, a completamento della esposizione.

L’argomento trattato riguarderà la funzione dei mezzi di comunicazione in tutte le attività umane, a titolo di esempio: dalle più antiche (caccia ), a quelle sempre attuali ( relazioni personali,commercio,), e quelle moderne (trasporti, sicurezza, finanza).



Non dimentichiamo gli aspetti più belli della comunicazione: ad esempio una serenata alla persona amata è un messaggio, l’esternazione di un sentimento.. Il canto, la voce è il canale.
Anche la poesia può essere una forma di messaggio: la lingua, le rime e la metrica sono il canale.



Ciascuno di noi dica quello che più gli piace su questo argomento.



Iniziamo!
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MessaggioTitolo: Re: La Comunicazione dai segnali di fumo agli sms...   La Comunicazione dai segnali di fumo agli sms... Ang28Mar Feb 09, 2010 7:31 pm

Il ragazzetto che si pone di fronte al suo Pc e chatta ,o che dal suo cellulare invia un sms alla sua fidanzatina non si pone molti problemi, per lui è naturale riuscire a comunicare con tanta faciltà.
Ed anche quando il bimbo comincia all'asilo a scrivere le prime letterine non si rende conto del cammino che l'uomo ha percorso per arrivare a queste forme di comunicazione.

L'esigenza della comunicazione e dei mezzi più idonei a comunicare suprando limiti temporali e spaziali nasce con l'uomo.

I primi uomini, amo immaginare, dopo aver ammirato il cielo ed esserne rimasti estasiati ed impauriti , cercarono di comunicare con altri uomini ciò che provavano.

Lo facevano forse con gesti del viso o con il movimento delle mani o con i primi suoni incomprensibili della loro voce e quei suoni cercavano di memoriozzare e ripetere nello stesso modo affinchè diventasse codice comprensibile tra di loro.

Memorizzare i suoni o i gesti per poter comunicare con faciltà e rapidità.

Erano le prime manifesatzioni della conoscenza che ben presto furono portati su supporti . Le prime pitture degli uomini primitivi che con i mezzi che avevano garffivano sulle caverne paessaggi ed animali.

Erano le prime manifestazioni di arte pittorica e di tentativi di arte e nello stesso tempo di comunicazione. In tal modo l'uomo presitorico si poneva come homa sapiens che a differenza delle altre creature dell'universo riusciva a comunicare e trasmettere la comunicazione nel tempo.

L'uomo cominciava ad apprendere ,ricordare comunicare.

I pittogrammi preistorici sono la prima forma di comunicazione che ha come fine il tramandare la tradizione orale.

Ai pittogrammi seguirono gli ideogrammi, soprattutto cinesi e giapponesi, o forse ne furono contemporanei .

Questa strana coincidenza che vede in luoghi lontanissimi , all'alba della civiltà, diversi popoli tentare di comunicare a mezzo di figure o segni , è la dimostrazione che la comunicazione è una delle primissime esigenze dell'uomo , dei suoi bisogni.

Appena soddisfatto il bisogno di mangiare e difendersi dal freddo , l'uomo cerca di entrare in contato con altri, di non sentirsi solo, sente l'esigenza di comunicare e tramandare il suo pensiero.

Dal neolitico nel bacino del mediterraneo e soprattutto dall'Anatolia, Siria Mesopotamia, Palestina , circa 8000 anni prima di Cristo, cominciò una “rivoluzione culturale” che si diffondevai come un’estesa ondata di piena verso l’Europa e verso l’altopiano iranico e, che si sviluppò attorno al 3200 avanti Cristo dando forma alla scrittura cuneiforme nella Mesopotamia.

ma perchè la scrittura?

la scrittura nasce dall'esigenza delle prime forme , sia pure molto rudimentali, di economia e di commercio.

Sembra, tuttavia, che, nella Storia Antica, una qualche forma di scrittura, legata ad una funzione ora religiosa, ora funeraria, ora economica, sia sorta in talune aree del mondo, per poi estinguersi apparentemente e riaffiorare in seguito in altre zone.

Uno stretta connessione vi sarebbe tra necessità dell'origine della scritturala scrittura e della moneta, a partire dai sigilli e dai gettoni, ancora millenni prima delle tavolette d’argilla, come pegno di scambio, nonché il valore di documento amministrativo pubblico o privato.

Il linguaggio scritto, in particolare quello dei numeri e della moneta, facilitò la comunicazione, soprattutto nelle attività mercantili.

partire dal secondo millennio a.c. fu il commercio fenicio che portò a diffusione le forme scritte di comunicazione in tutto il mediterraneo e ben oltre le colonne di Ercole .

I fenici, oltre che commercianti eccelsi e navigatori impavidi, cercavano costantemente materiali preziosi, quali avorio, ebano, metalli preziosi ed aromi.

IN tali peregrinazioni diffondevano l’alfabeto, a partire da quello proprio, standardizzato in 22 caratteri semplici.

A cogliere l'importanza dell'alfabeto fu la Grecia con la quale i fenici avevano vivaci scambi commerciali.

L'alfabeto greco che, a mio parere è graficamente il più bello degli alfabeti esistenti ed il più pratico, nacque in Grecia intorno all'800 a.C.

La diffusione dell'alfabeto come mezzo di comunicazione trovò terreno molto fertile oltre che in Grecia, anche a Rodi e l'isoloa di Creta che per la sua posizione costituiva un punto di riferimento obbligato per tutte le navigazioni del mediterraneo

Creta fu la prima terra europea a sviluppare un sistema di scrittura, anzi tre sistemi, fra la seconda metà del III millennio e la fine del II millennio a.C:

scrittura geroglifica.
scrittura identificate come lineare A
scrittura identificata come lineare B

Nelle piane di Cnosso e Festòs, furono ritrovati centinai di reperti , detti cretule di argilla con sigilli impressi ....erano le prime ricevute di movimenti di bene dei magazzini che testimoniano come, la scrittura come forma di comunicazione, abbia la sua ragione prima in accadimenti di natura economica commerciale, altre cretule testimoniavano invece la natura raligiosa delle prime iscrizioni in alfabeta.

E' da sottolineare come lòe cretule di argilla non cotta...sono sopravvissute ai tanti incendi dei millenni ...mentre le pergamene, i pairi , le pelli andavano distrutte,,,il fuoco " cuoceva 2 la creta cruda e ne consentiva la trasmissione ai posteri....

Penso a che fine farebbero i nostri supporti informatici ...forse tra qualche mililione di anni...si troverannoa ncira le cretule e non i floppy disk....

"L’evoluzione della scrittura in un sistema funzionale, caratterizzato da segni semplici, non più per definire parole o sillabe, bensì lettere dell’alfabeto che consentivano l’abbinamento di un segno ad un suono ed una composizione estremamente duttile di parole, si scontra con la permanenza nel Terzo Millennio del sistema ideografico cinese o giapponese ed è anche storia di lingue perdute o scritture indecifrabili, che conducono inesorabilmente fino ai giorni nostri ed agli strumenti del linguaggio introdotti dalle tecnologie emergenti, fino ad internet ed oltre."

"La sintesi sul grande balzo dalla protoscrittura agli scenari affascinanti - ma anche inquietanti - dischiusi da internet e dalle sue potenziali evoluzioni ed implicazioni è stata compiuta da Derrick de Kerckhove, docente dell’Univesità di Toronto, che ha riproposto una domanda non nuova ma che pare insieme ineludibile ed enigmatica" all’alba del Millennio prossimo venturo: ci troviamo alla fine della storia o all’inizio di un nuovo Rinascimento?

Dal mito di Prometeo, al rapporto fra alfabeto e funzioni degli emisferi cerebrali, alla connessione fra linguaggio ed elettricità che, a partire dal telegrafo ha accelerato la velocità della comunicazione, fino ad una rete globale di impulsi istantanei.

La mente “collettiva” prodotta dal mezzo televisivo può diventare, attraverso i network, una mente “connettiva” che realizzi un “iperpensiero”: la molteplicità delle sue possibili applicazioni, ha concluso de Kerckhove, non deve far dimenticare il pericolo, contemplato da Godart nel suo intervento, di una perdita dell’esperienza umana, che non è compiuta, né irreversibile. Un patrimonio culturale - aveva affermato con enfasi Godart - che deve essere difeso e conservato. " Valeruo Soffentino
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MessaggioTitolo: apparati radio ricetrasmittenti - i Radioamatori.   La Comunicazione dai segnali di fumo agli sms... Ang28Mar Feb 09, 2010 7:38 pm

Grazie Sole, una splendida esposizione la tua.
ecco adesso il mio post, che tratta, invece, una cosa molto specifica, ... sperando di non andare subito "fuori tema"....

L’invenzione della Radio ha dato la svolta definitiva nelle comunicazioni tra i popoli…ha davvero avvicinato le genti, accorciato le distanze (più di quanto ne avevano fatto i mezzi di trasporto)…

La Radio è, quindi, un mezzo di comunicazione straordinario; dopo i primi utilizzi, esclusivamente in campo militare, ebbe sempre più diffusione grazie alla “passione” di tante persone in tutto il mondo che, con vero spirito pionieristico, ne hanno consentito, negli anni, un sempre maggiore sviluppo e potenziamento. Sono questi i “Radioamatori”.
Si autodefiniscono i nipotini di Guglielmo Marconi; parlano di onde radio, di frequenze; il passatempo ptreferito è “sintonizzare le antenne” alla ricerca di giusti segnali provenienti da ogni parte, da ogni direzione.
Veri professionisti in comunicazione, sono, fortunatamente, sopravvissuti all’avvento di nuovi mezzi, nuove tecniche quali la comunicazione cellulare tramite “g.s.m.” e internet, anzi, si può tranquillamente affermare che i radioamatori sono stati i precursori della rete in quanto inventori della “trasmissione dati a pacchetto”, il “packet radio” appunto, con cui venivano trasmessi i dati delle stazioni radio in frequenza, tramite le onde radio (e la rete internet sfrutta proprio la trasmissione dati a “pacchetto”). Ancora oggi, tante industrie attingono dalle sperimentazioni dei radioamatori per far progredire i loro progetti.
Il radioamatore è una persona debitamente autorizzata dal Ministero delle comunicazione, supera degli esami teorico-pratici (da elementi di elettronica al codice “morse” per la radiotelegrafia) per conseguire una “patente” di trasmissione e ricevere la “sigla nominativa”, unica per ogni radioamatore che deve essere utilizzata nelle trasmissioni radio.Ad esempio, tipico nominativo italiano è “I8ABC” dove la I stà per Italia, il numero (in questo esempio 8, la campania) corrisponde alla zona geografica ed è dato dal primo numero del codice di avviamento postale di quella zona, le altre tre lettere sono attribuite seguendo una sequenza casuale.
Ma il radioamatore è, sostanzialmente, un “hobbista” (bisogna innanzitutto che abbia una vera passione), si diverte a stare in contatto con altri radioamatori sparsi per il mondo; nei contatti si ha, soprattutto, uno scambio informazioni tecniche ma, tramite raduni, gare (contest) si hanno sicuramente anche scambi culturali; si superano le barriere linguistiche, quando tra due operatori non è possibile comunicare con la stessa lingua, i contatti (certificati tramite lo scambio di cartoline definite “QSL”) avvengono lo stesso, utilizzando un codice fonetico internazionale pertanto, si può affermare che i radioamatori sono “cittadini del mondo”.
Un hobby, quindi, ma non è sempre solo un passatempo…..
I radioamatori, in caso di necessità sono precettati dalla prefettura, come ad esempio nelle calamità naturali quando la radio diventa un mezzo di soccorso…
Sono veloci e pronti ad arrivare sul posto ed essere operativi… installare una stazione radio in onde corte, che sfrutta la ionosfera e arriva a grandi distanze, è questione massimo di un ora.

Vecchio? Obsoleto? Non proprio, la radio è un mezzo sempre attuale anche se oggi i ragazzi ne conoscono poco le potenzialità. Proprio per questo, i radioamatori si prodigano anche nelle scuole per far conoscere questo mezzo ai giovani.

Per saperne di più:
http://it.wikipedia.org/wiki/Radioamatore
http://www.associazioneradioamatoritaliani.it/
http://www.radioamatori.biz/
http://www.radioamatore.org/
http://www.iz0gje.com/

questi sono alcuni degli apparati che ho avuto in uso fino a qualche anno fa:

la "linea Drake":
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lo Yaesu FT880:
La Comunicazione dai segnali di fumo agli sms... Foto_011

e, il pezzo forte, un ricevitore militare BC 52 della 2ª guerra mondiale:
La Comunicazione dai segnali di fumo agli sms... Foto_110
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MessaggioTitolo: Re: La Comunicazione dai segnali di fumo agli sms...   La Comunicazione dai segnali di fumo agli sms... Ang28Lun Feb 22, 2010 3:13 pm

I mezzi di comunicazione possono essere suddivisi i monodirezionali , bidirezionali , monomediali e multimediali,

I mezzi di comunicazione monodirezionali sono mezzi di comunicazione passivi ( un giornale, un settimanale ecc), sono , cioè mezzi che non fanno partecipare il lettore o l'ascoltatore in modo attivo.
Il lettore subisce il giornale nonvi partecipa ( ovviamente escludo strumenti come i sondaggi che consentono una partecipazione indiretta.
Vorrei trattare, in questa Sede, sui mezzi di comunicazione bidirezionali, cioè quei mezzi che trasmettono ed hanno persone che devono recepire il messaggio ed essere interattivi.
la comunicazione nasce . spesso, dall'esigenza di trasmettere un pensiero a distanza ed abbreviare i tempi che intercorrono tra momento della comunicazione e ricezione della stessa.
Sovente l'esigenza di tempi limitati è connessa ad esigenze belliche o di autodifesa, altre volte per commerci e baratti , altre per portare a termine trattative di pace.
Un primo esempio di tale comunicazione sono il suono trasmesso ....il famoso tam tam...con associazione suono significato ed , interessantissimi, i segnali di fumo che utlizzavano gli indiani d'America.
Il seganle di fumo aveva indubbi vantaggi....
1 - era in codice non facilmente comprensibile ai nemici
2 - era visibile in tempo reale anche a distanze notevolissime
3 - trasmetteva l'idea di un'organizzazione efficiente e preparata
4 - costava poco ed era facile da realizzare.
5 -era un codice universale tra le popolazioni indiane che parlavano vari idiomi ma i segnali di fumo erano ....identici per tutti...un traduttore.
Ai seganli di fumo si rispondeva , sovente con altri seganli di fumo.
alcuni esempi di seganli di fumo :

La Comunicazione dai segnali di fumo agli sms... Com3
I segnali di fumo degli indiani era unvero e proprio telegrafo.

La tecniva era semplice e geniale : si accendevano stoppie o sterco di bisonte e quando il fuoco partiva lo coprivano parzialmente con erba o frasche verdi; poi le fiamme venivano soffocate con una coperta finchè quest’ultima non veniva improvvisamente tolta dal fuoco.
Con le colonne di fumo che si alzavano era possibile inviare notizie ad una tribù anche attraverso la grande prateria.

In base a quanto tempo la coperta rimaneva sulle fiamme gli indiani creavano forme diverse di colonne di fumo e con questo metodo inviavano i loro messaggi.
Il fuoco veniva alimentato in continuazione e la coperta fungeva da oggetto segnalatore, era grazie a come veniva usata, sventolata sopra le fiamme o lasciata sul fuoco che i messaggi venivano realizzati.

Oltre a questo mezzo di comunicazione, l’Indiano usava i segnali eseguiti con le coperte, quelli determinati dal movimento del cavallo e del cavaliere, quelli con gli specchi.
Tutti questi mezzi erano talmente collaudati e conosciuti dalla gran parte delle tribù indiane che si potevano trasmettere informazioni importanti e ben dettagliate senza emettere un solo suono.

Si poteva comunicare, ad esempio, la distanza e la consistenza di una mandria di bisonti facendo muovere il cavallo in determinate direzioni e con precise mosse.

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MessaggioTitolo: Re: La Comunicazione dai segnali di fumo agli sms...   La Comunicazione dai segnali di fumo agli sms... Ang28Lun Feb 22, 2010 9:09 pm

Molto interessanti i post di Sole e Enim, descrivono in modo magistrale l’origine e il presente dei mezzi di comunicazione.

Io vorrei spendere una parola per un mezzo molto usato in passato, con effetti molto importanti per tutte le attività umane. Si tratta del TELEGRAFO.



La parola italiana deriva dal francese “Télégraphe” che deriva a sua volta dal greco “téle” ( lontano, a distanza) + “graphos” ( che scrive)



Il primo telegrafo fu presentato in Francia nel 1793 ed era un dispositivo ottico, basato su torri di segnalazione con bracci rotanti.

Il sistema richiedeva ovviamente un gran numero di addetti, almeno uno per postazione, e le torri di segnalazioni adiacenti dovevano essere in vista.

Difetti evidenti erano la necessità di avere buona visibilità, lentezza nella trasmissione e poca riservatezza.

La prima linea tra Parigi e Lille venne messa in funzione nel 1794.

Napoleone fece largo uso del telegrafo e , nelle sue campagne militari, si avvalse di postazioni mobili.



Il telegrafo elettrico entrò in uso negli anni ’40 del XIX secolo.

La tecnica era ancora primordiale in quanto l’unico modo di generare energia elettrica era la pila. La dinamo venne inventata qualche decennio dopo. Si trattava quindi di corrente elettrica continua, cioè di senso e intensità costanti, generata da batterie a umido, con elettrodi in rame e zinco in elettrolita.

Data la scarsa potenza disponibile, le tratte dovevano essere per forza brevi e i messaggi ritrasmessi manualmente da ogni stazione alla successiva.

Il principio del telegrafo elettrico si basa sul fenomeno elettromagnetico scoperto nel 1820 contemporaneamente da J. Arago e Sir Humphry Davy. Ambedue gli scienziati notarono che la corrente elettrica passando in prossimità di un ago in acciaio rendeva questo magnetico, trasformandolo temporaneamente in una calamita.
Nel 1825 William Sturgeon applicò la scoperta e realizzò il primo elettromagnete. In pochissimo tempo il nuovo dispositivo, l’elettromagnete, divenne il cuore del sistema telegrafico.

Il problema successivo era trovare un codice di segnalazione idoneo. Dopo diversi tentativi, il successo arrise a Samuel Morse.

Il telegrafo fu perfezionato con estrema rapidità e altrettanto rapidamente si diffuse in tutto il mondo.

In Europa , Dover e Calais furono collegate col primo cavo sottomarino nel 1850.

In Italia ( ancora divisa ) nel 1851 Innsbruck era collegata con Venezia, Milano e Firenze, nello stesso anno Caserta e Capua furono collegate. Torino e Genova nel 1853 si allacciarono a Chambery con la rete francese.

Negli anni successivi il telegrafo collegò tutti i paesi del Commonwealth e fu determinante, in Nord America per la corsa all’ovest.
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MessaggioTitolo: Re: La Comunicazione dai segnali di fumo agli sms...   La Comunicazione dai segnali di fumo agli sms... Ang28Gio Mar 04, 2010 9:08 pm

Questo mio intervento tratta la comunicazione diretta interattiva che è quella in cui le persone comunicano direttamente alla presenza l'una dell'altra o delle altre.

Si tratta della comunicazione parlata :

Uno studio condotto nel 1972 da Albert Mehrabian ("Non-verbal communication")
uno psicologo statunitense di origine armena, attualmente docente presso la UCLA, famoso per le sue pubblicazioni sull'importanza degli elementi non verbali nella comunicazione faccia a faccia.

Lo studio ha mostrato che ciò che viene percepito in un messaggio vocale può essere così suddiviso:

il linguaggio del corpo influirebbe nei confronti dell’interlocutore per il 55%, la voce per il 38%,
mentre il contenuto solamente per il 7%.

Movimenti del corpo ( espressioni facciali, mimica,gesti,postura,sguardo...) 55%
Aspetto vocale (Volume, tono, ritmo) 38%
Aspetto verbale (parole,lessico,sinteticità o prolissità) 7%
L’efficacia di un messaggio dipende quindi solamente in minima parte dal significato letterale di ciò che viene detto, e il modo in cui questo messaggio viene percepito è influenzato pesantemente dai fattori di comunicazione non verbale.

Comunicazione vocale.(non verbale)

indica l'insieme dei suoni emessi nella comunicazione verbale, indipendentemente dal significato delle parole.

Si tratta della voce le cui caratteristiche possono essere classificate per semplicità in
Volume
Tono
Frequenza
Ritmo
Assenza di suoni (silenzio)

Volume

Il volume è influenzato da fattori sociali,caratteriali e di contesto.Un professore tenderà
a comunicare a voce alta quando è in classe,a voce più bassa quando fa l'amore con la moglie o fa le coccole ai figli ritorna a volume alto se deve rimproverarli.

Tono

Il tono viene influenzato da fattori fisiologici (età,sesso, costituzione fisica), e dal contesto: una persona di elevato livello sociale che si trova a parlare con una di livello sociale più basso tenderà ad avere un tono di voce più grave.Un innamorato un tono più dolce...

Frequenza

Anche in questo caso l'aspetto sociale e fisiologico ha una forte influenza:un bambino, un uomo,una donna hanno frequenze diverse. Un sottoposto che si trova a parlare con un superiore tenderà ad avere una frequenza di voce più bassa rispetto al normale.

Ritmo

Il ritmo dato ad un discorso conferisce maggiore o minore autorevolezza alle parole pronunciate: parlare ad un ritmo lento, inserendo delle pause tra una frase e l'altra, dà un tono di solennità a ciò che si dice; al contrario parlare ad un ritmo elevato attribuisce poca importanza alle parole pronunciate.

Nell'analisi del ritmo vanno considerate le pause, che vengono distinte in pause vuote e pause piene.
Le pause vuote rappresentano il silenzio tra una frase e l'altra, quelle piene le tipiche interiezioni (come "mmm", "beh") prive di significato verbale, inserite tra una frase e l'altra.

Silenzio

Anche il silenzio rappresenta una forma di comunicazione, e le sue caratteristiche possono essere fortemente ambivalenti: il silenzio tra due innamorati ha ovviamente
un significato molto diverso rispetto al silenzio tra due persone che si ignorano.
Ma anche in questo caso gli aspetti sociali e gerarchici hanno una parte fondamentale: un professore che parla, alla classe o un ufficiale che si rivolge alle truppe parleranno
nel generale silenzio,considerato una forma di rispetto per il ruolo ricoperto dalla persona che parla e riconosce l'importanza di quello che vien detto.



Comunicazione del corpo.

comprende tutti gli atti comunicativi espressi dai movimenti del corpo.
In primo luogo vanno considerati i movimenti oculari: il contatto visivo tra due persone ha una pluralità di significati, dal comunicare interesse al gesto di sfida.
L'aspetto sociale ed il contesto influenzano anche questo aspetto: una persona, in una situazione di disagio, tenderà più facilmente del solito ad abbassare lo sguardo.

Altra componente è la mimica facciale.
Riguardo questo aspetto va considerato che non tutto ciò che viene comunicato tramite le espressioni del volto è sotto il nostro controllo (ad esempio l'arrossire o l'impallidire). La gran parte delle espressioni facciali sono, ad ogni modo, assolutamente volontarie ed adattabili a nostro piacimento alle circostanze.
Gli studiosi di comunicazione Paul Ekman e Wallace Friesen, della scuola di Palo Alto, hanno classificato quarantaquattro diverse "unità di azione" (ossia possibili movimenti) del viso umano, come strizzare gli occhi, aggrottare la fronte e così via.

La diversa interpretazione delle espressioni facciali nelle varie culture è uno dei campi di studio più considerati nella storia delle scienze della comunicazione. Vari test, tra i quali i più importanti sono sicuramente quelli condotti da James Russel, hanno dimostrato che alcune espressioni (quali quelle atte a mostrare ira, sofferenza, gioia, ecc.) hanno percentuali di riconoscimento molto alte, ma comunque non assolute: le maggiori differenze nell’interpretazione si riscontrano nel confronto tra gruppi di occidentali con alto livello di istruzione e non occidentali con basso livello di istruzione.

Altro elemento fondamentale sono i gesti, in primo luogo quelli compiuti con le mani.
La gestualità manuale può essere una utile sottolineatura delle parole, e quindi rafforzarne il significato, ma anche fornire una chiave di lettura difforme dal significato del messaggio espresso verbalmente. Anche in questo senso va considerata la difformità interpretativa che le diverse culture danno ai vari gesti: ad esempio in Bulgaria lo scuotimento laterale del capo, che in quasi tutte le culture significa “No”, ha esattamente il significato opposto; in Inghilterra, il gesto della mano con indice e medio alzati col palmo della mano rivolto verso il corpo, che in altre parti del mondo potrebbe
essere identificato col segno della vittoria, ha il significato di una grave offesa.

Altro elemento è la postura. Anche in questo caso gli elementi sociali e di contesto hanno grande importanza, talvolta identificando con precisione la posizione corretta da mantenere in una data circostanza (i militari sull’attenti di fronte ad un superiore), talvolta in maniera meno codificata ma comunque necessaria (una postura corretta e dignitosa di un alunno in classe di fronte al professore).

Ancora messaggi comunicativi vengono espressi tramite contatto fisico.
Anche in questo caso si passa da forme comunicative codificate (la stretta di mano, il bacio sulle guance come saluto ad amici e parenti), ad altre di natura più spontanea (un abbraccio, una pacca sulla spalla).
E' un campo nel quale le differenze culturali rivestono un ruolo cruciale: ad esempio la quantità di contatto fisico presente nei rapporti interpersonali fra le persone di cultura sud-europea verrebbe considerata come una violenta forma di invadenza dai popoli nord-europei.

Infine

Il modo nel quale le persone tendono a disporsi in una determinata situazione, apparentemente casuale,è in realtà codificato da regole ben precise. Ognuno di noi tende a suddividere lo spazio che ci circonda in quattro zone principali:

Zona intima (da 0 a 50 centimetri)
Zona personale (da 50 cm ad 1 metro)
Zona sociale (da 1 m a 3 o 4 m)
Zona pubblica (oltre i 4 m)
La zona intima è, come facilmente intuibile, quella con accesso più ristretto: di norma vengono accettati senza disagio al suo interno solo alcuni familiari stretti e il partner.
Un ingresso di altre persone esterne a questo ristretto nucleo di “ammessi” all’interno della zona intima viene percepita come una invasione che provoca un disagio, variabile a seconda del soggetto.
Come conferma di questo basti pensare alla situazione di imbarazzo che si prova quando siamo costretti ad ammettere nella nostra zona intima soggetti estranei, ad esempio in ascensore o sull’autobus;la conseguenza di questa situazione è un tentativo di mostrare l’involontarietà della nostra “invasione”, quindi si tende ad irrigidirsi e a non incrociare lo sguardo con le altre persone.

La zona personale è meno ristretta: vi sono ammessi familiari meno stretti, amici, colleghi.
In questa zona si possono svolgere comunicazioni informali, il volume della voce può essere mantenuto basso e la distanza è comunque sufficientemente limitata da consentire di cogliere nel dettaglio espressioni e movimenti degli interlocutori.

La zona sociale è quell’area in cui svolgiamo tutte le attività che prevedono interazione con persone sconosciute o poco conosciute. A questa distanza (come detto da 1 a 3 o 4 metri) è possibile cogliere interamente o quasi la figura dell’interlocutore, cosa che ci permette di controllarlo per capire meglio le sue intenzioni. È anche la zona nella quale si svolgono gli incontri di tipo formale, ad esempio un incontro di affari.

La zona pubblica è quella delle occasioni ufficiali: un comizio, una conferenza, una lezione universitaria. In questo caso la distanza tra chi parla e chi ascolta è relativamente elevata e generalmente codificata. È caratterizzata da una forte asimmetria tra i partecipanti alla comunicazione:generalmente una sola persona parla, mentre tutte le altre ascoltano.

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MessaggioTitolo: Re: La Comunicazione dai segnali di fumo agli sms...   La Comunicazione dai segnali di fumo agli sms... Ang28Sab Mar 06, 2010 2:47 pm

Inviare un messaggio dal corriere al penny black.

Gli uomini hanno utilizzato tutti i mezzi di trasporto e tutti i mezzi della tecnologia per inviare messaggi.
Scopo principale ridurre le distanze tra le persone e migliorare la trasmissione e la diffusione di informazioni ed idee.
Mezzi semplici e rapidi come segnali di fumo, tam tam , piccioni viaggiatori, corrieri , posta e così via fino ad Internet.
Talora per comunicare si utilizzano sistemi visivi come specchi o semafori o alfabeti muti o sistema braille o, ...come detto seganli di fumo.

Ciro il grande, re di Persia ( 556-530 A.C.) fu il primo a sperimentare un sistema di starde ( oggi si direbbe autostardi virtuali ) ...allora erano semplici strade che corrieri percorrevano a cavallo o di corsa.
sorsero così, le stazioni di cambio o di rifocillamento. Il fine era velocizzare la comunicazione .
La velocità nelle comunicazioni è stata sempre essenziale e spessissimo le battaglie si vincevano con la rapidità delle comunicazio..., ieri come oggi.

Anche la guerra dei sei giorni fu vinta, anche ,grazie alla rapidità ed efficienza delle comunicazioni.

I romani copiarono l'organizzazione dei persiani e riuscivano a portare la comunicazione in tutte le province del vastissimo Impero dove dominavano e lo fecero grazie alle grandi starde di comunicazione che costruirono.

Nel medioevo sia i re che la Chiesa sentirono il bisogno di creare sistemi validi di comunicazione.
nacquero i messaggeri reali o ecclesiastici che custodivano i dispacci da consegnare per tutto il mondo conosciuto.

Nelle città , intanto, venivano nominati " scabini " ...che altro non erano che i moderni postini che portavano messaggi all'interno delle città.

Si trattava di corrispondenza ancora molto ridotta e riservata a pochi.

Tuttavia , l'esigenza di comunicare aumentava in modo esponenziale, ed ear esigenza sempre più diffusa anche tra semplici cittadini.

Ed è per tale esigenza che nl corso del XVII secolo si abbozzò il primo soistema di distribuzione postale basato su stazioni di cambio cavallo e di conseguenza nacquero i primi centri di raccolta e smistamento.

Nel XIX secolo , con al Rivoluzione industriale e con il progredire dell'alfabetizzazione ed i viaggi sempre più frequenti si sviluppò il primo serio sistema per scambi epistolari.

Nl 1837 veniva inventato il telegrafo da Morse e brevettato da Meucci il telefono, contestualmente sorgeva il primo sistema di smistamento della posta pneumatica inventato da W. Murdoch ( il sistema utilizzava l'aria compressa per spingere i messaggi in una reta di tubi pressurizzata ...una specie di Internet ad aria compressa..).

La ferrovia velocizzava la trasmissione di lettere e quindi la diffusione della comunicazione.
A fine ottocento , la rete ferroviaria nel mondo era di circa 90.000 kilometri, in Italia 2370.

Nasce il Ministero delle Poste e telegrafi con l'incarico e la missione di creare uan rete capillare di uffici per raccolta e smistamento e per effettuare e ricevere chiamate telefoniche.

Nel XX secolo con la creazione della posta aerea si velocizza ancora di più la comunicazione.

Il passo successivo sarà Internet e la telefonia mobile che introduce e-mail e sms ( short message service).

=======================================================

Fino alla comparsa del primo francobollo , inventato da uno scozzese , Hill, con il bellissimo " penny black, la posta viaggiava " porto franco"...cioè pagava il destinatario e pagava in base alla distanza ed al peso...questo accadeva perchè era considerato offensivo, verso il destinatario, che il mittente pagasse...era mettere in dubbio la sua possibilità economica.

tale sistema di " porto franco" portava nache amolti escamotage.....

Spesso , infatti, il mittente scriveva il messaggio direttamente sulla busta in modo che il destinatario potesse facilmente leggerlo senza essere costretto a pagare ....e una vola letto ...rinunziare a riceverlo. In tal modo il corriere rimaneva ...con un pugno di mosche in mano.

Hill creando il penny black lanciò l'idea di una tarifazzione semplificata ..a prezzo unificato ( il moderno ...prioritario) qualunque fosse la distanza da effettuare.

La Comunicazione dai segnali di fumo agli sms... Penny%20Black-1
l'anullo...venne solo inventato solo in seguito ...per evitare il riutilizzo del francobollo.
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MessaggioTitolo: Re: La Comunicazione dai segnali di fumo agli sms...   La Comunicazione dai segnali di fumo agli sms... Ang28Gio Mar 11, 2010 8:56 am

A proposito della comunicazione attraverso i contatti corporali, segnalo un articolo interessante apparso su un rotocalco digitale. Si tratta di uno studio e sperimentazione di trasmissione di segnali complessi attraverso l'epidermide.
Gli sviluppi di questo studio potrebbero apportare grandi benefici a chi, per limitazioni fisiche o altro, ha problemi di comunicazione.
Riporto uno stralcio dell'articolo con copia e incolla.
Chris Harrison, dottorando presso lo Human-Computer Interaction Institute della Carnegie Mellon University, insieme a Desney Tan e Dan Morris di Microsoft Research, ha dato vita al progetto Skinput, il cui scopo è di creare una sorta di touchscreen sul proprio avambraccio.

La tecnologia, come spiegato in un documento illustrato, si appropria del corpo umano per la trasmissione acustica, permettendo alla pelle di essere utilizzata come una superficie di input. Il meccanismo sfrutta i suoni e le vibrazioni emessi dai colpi delle dita sulla pelle dell'avambraccio.

Il sistema è composto di un bracciale, che va indossato sul bicipite, similarmente alla fascia che si usa per misurare la pressione. Sul bracciale sono presenti due gruppi di sensori, che rilevano le vibrazioni trasmesse attraverso il corpo. Ogni gruppo è costituito da cinque sensori, che operano su differenti intervalli di frequenza.

La Comunicazione dai segnali di fumo agli sms... 4404281874_674d01b151_o


Si è pensato, seguendo la strada aperta da Surface di Microsoft, di utilizzare la pelle come schermo, sfruttando proprio la superficie dell'avanbraccio, sul quale viene proiettata l'interfaccia utente.

Il principale obiettivo è fornire un sistema di input mobile, che non richieda all'utente di portare con sé dispositivi tradizionali, notoriamente dispendiosi dal punto di vista economico e non sempre comodi da usare.

Grazie agli studi sui segnali biologici, tradizionalmente utilizzati nel campo della diagnostica medica, come la frequenza cardiaca e la resistenza della pelle, è stato possibile creare un sistema che sfrutta la naturale proprietà di conduzione acustica del corpo umano, per rilevare gli input dell'utente.
Gli studiosi infatti hanno rilevato che quando un dito tocca la pelle produce un rumore a bassa frequenza acustica, che Skinput ignora; ciò che invece rileva sono le onde sonore provocate dallo spostamento della pelle a contatto con il tocco del dito. Usando una fotocamera ad alta velocità, è possibile vedere come queste onde si propaghino verso l'esterno dal punto di contatto: l'ampiezza di queste onde è correlata sia alla forza del tocco sia alla conformazione dei tessuti molli sotto l'area di impatto.

Nel prototipo si è scelto l'avambraccio, ma può essere utilizzata qualsiasi altra parte del corpo. Quest'area fornisce un'ampia superficie di interazione, con una zona "pianeggiante" utile per la proiezione dei comandi, funzionalità già implementata in alcuni moderni dispositivi mobili. Utilizzando le dita è perciò possibile far eseguire al dispositivo comandi differenti, usando il proprio avambraccio come una superficie tattile.

In fase di test, Skinput ha dato buoni risultati: anche a distanza di circa 40 cm tra sensori e dispositivo di input l'accuratezza dei comandi è rimasta integra. Il sistema potrebbe utilizzare una tecnologia wireless come il Bluetooth per trasmettere i comandi ad un computer o più propriamente a qualunque altro device: da un cellulare all'iPod.

La Comunicazione dai segnali di fumo agli sms... 4404365132_a61f00f1a4_o



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MessaggioTitolo: Re: La Comunicazione dai segnali di fumo agli sms...   La Comunicazione dai segnali di fumo agli sms... Ang28Gio Mar 11, 2010 1:44 pm

Telefono per sordi


La Comunicazione dai segnali di fumo agli sms... Hypophone

mio cugino ke è sordo dalla nascita, mentre a casa ha un telefono particolare dove in pratica scrive e legge le telefonate, l unico problema ke aveva era quello con la mamma, xkè mia zia è analfabeta, è stato ovviato mettendole vicino all apparekkio uno skema con domande semplici in modo ke possa copiare le lettere sulla tastiera, lui risponde solo con si o no ke sono evidenziati con due colori diversi.
però quando è fuori casa, finora l unico modo ke ha x comunicare col cellulare è inviare sms, ma ke mia zia non è in grado di usare.

Presto però anche le persone affette da ipoacusia o sorde potranno usare il telefono cellulare. Negli Stati Uniti è stato infatti realizzato un apparecchio portatile per non udenti da parte di un gruppo di ricercatori dell’University of Washington.
Gli ingegneri in collaborazione col personale medico hanno sviluppato un software speciale, che permette di usare il linguaggio dei segni per comunicare tramite cellulare.
L’apparecchio è già una realtà e ha permesso di portare avanti una comunicazione bilaterale, in tempo reale.

Il progetto si chiama MobileAsl ed ha come obiettivo quello di eliminare delle “barriere architettoniche virtuali” che insistono nelle telecomunicazioni.
I software che gestiscono attualmente una video-chiamata applicano una compressione elevata per riuscire a trasmettere in tempo reale alcuni fotogrammi, nei quali si perdono inevitabilmente dettagli o movimenti veloci.
MobileAsl interviene in questo contesto mediando tra compressione e qualità video: un algoritmo rileva la pelle e seleziona quindi delle aree importanti nell’immagine e successivamente si discernono le zone di movimento che verranno compresse “poco”.
Il risultato è sempre un video compresso, che lascia però all’utente una corretta percezione dei movimenti per permettere una conversazione tra due persone che si parlano con il linguaggio dei segni.
Il video della chiamata:




La lingua dei segni:
La lingua dei segni è un
sistema di comunicazione visivo utilizzato dalle comunità dei segnanti a cui appartengono in maggioranza persone sorde o con udito troppo debole per poter comunicare a voce.
La comunicazione avviene producendo quelli che a un profano possono sembrare dei banali gesti, ma in realtà si tratta di
segni (che a differenza dei gesti hanno uno specifico significato codificato ed assodato, come avviene per le parole) compiuti con una o entrambe le mani, ad ognuno dei quali è assegnato uno o più significati. Le lingue dei segni sfruttano il canale visivo-gestuale, perciò il messaggio viene espresso con il corpo e percepito con la vista.
Le lingue dei segni sono afferenti alle comunità dei sordi sparse su tutto il mondo: ad ogni nazione corrisponde una sua lingua:



e cosi via. È da sottolineare che non solo a ogni nazione corrisponde una specifica lingua dei segni, ma che anche all'interno dello stesso paese esistono leggere varianti regionali della lingua dei segni nazionale ed in certi casi, perfino all'interno di una stessa città tra circoli di diversi istituti (vedi il caso della LIS e delle sue varianti dialettali e delle sue varianti nella città di Roma ad es. tra l'istituto di V. Nomentana e lo Smaldone).
La
comunicazione visiva dei sordi è nota sin dall'antichità: anche se le notizie su quello che allora veniva chiamato linguaggio mimico o dei gesti sono molto frammentarie. Il primo a descrivere nei suoi scritti in modo più sistematico la lingua dei segni usata dai suoi studenti sordi è l'educatore e fondatore della Scuola di Parigi per sordi, l'Abbè de L'Epèe, che, nella seconda metà del 700, decide di utilizzare questa forma di comunicazione per insegnare la lingua scritta e parlata aggiungendo dei segni da lui creati corrispondenti ad elementi grammaticali e sintattici della lingua francese.

La Comunicazione dai segnali di fumo agli sms... 180px-Lengua_de_Signos_%28Juan_Pablo_Bonet%2C_1620%29_A
(Juan Pablo Bonet,1620)
Frontespizio dell'abbecedario dimostrativo spagnolo di Juan Pablo Bonet, del 1620

Sicard, successore di L'Epèe, è stato un grande studioso della lingua dei segni e in generale tra gli illuministi francesi, nello stesso periodo, si può riscontrare un interesse per i diversi aspetti della comunicazione umana. Lo statunitense
Thomas Hopkins Gallaudet, affascinato dall'opera di Sicard, si reca in Francia e dopo un anno di tirocinio presso l'istituto dei sordi di Parigi, decide di ritornare in patria nel 1816. Nel viaggio di ritorno in nave durato un anno impara la lingua dei segni francese (LSF) da un educatore sordo dell'istituto che porta con sè: Laurent Clerc. Gallaudet ha portato negli Stati Uniti la lingua dei segni francese, che si diffondendosi grazie alla nascita di istituti per sordi (la prima scuola è quella di Hartford nel Connecticut), e combinandosi con dei segni allora in uso presso la popolazione locale, ha dato origine alla lingua dei segni americana (ASL) (possiamo infatti notare ancora oggi delle somiglianze significative tra la LSF e l'ASL). Gallaudet è famoso, inoltre, per aver fondato la prima università al mondo per sordi.

Anche in Italia esiste e viene usata una lingua dei segni tra i sordi: esistono testimonianze al riguardo di educatori sordi della prima metà dell'800. Ma il Congresso di Milano del
1880 e la svolta rigidamente oralista che ad esso si accompagna impedisce che questa forma di comunicazione abbia un'ampia diffusione soprattutto in ambito educativo: proibita nelle classi si diffonde nei corridoi con un conseguente impoverimento linguistico e una conseguente mancanza di consapevolezza che la lingua dei segni italiana costituisca la lingua madre dei sordi, non inferiore alla lingua degli udenti. In tutti i paesi, comunque, la lingua dei segni inizia ad essere studiata da un punto di vista linguistico solo a partire dagli anni sessanta. William Stokoe, un ricercatore americano, fu il primo a dimostrare che questa forma di comunicazione non è una semplice mimica, ma una vera lingua, con un suo lessico e una sua grammatica, in grado di esprimere qualsiasi messaggio.
La
lingua dei segni italiana è una vera lingua dal punto di vista sociologico, in quanto espressione di una comunità: la comunità dei sordi italiani. È anche una vera lingua con una sua struttura e sintassi: questa è spesso differente dall'italiano ma può avere incredibili similitudini con altre lingue orali. I verbi ad esempio non si coniugano in base al tempo, ma devono concordare sia con il soggetto (come in italiano) sia con l'oggetto dell'azione, come avviene in basco. Esistono forme pronominali numeriche per indicare "noi due, voi due" (come il duale del greco antico) e addirittura "noi cinque, voi quattro, loro tre". La concordanza di verbi, aggettivi e nomi non è basata sul genere (maschile e femminile come in italiano) ma sulla posizione nello spazio in cui il segno viene realizzato. Esistono diverse forme per il plurale "normale" e il plurale distributivo, distinzione sconosciute alle lingue europee, ma note in lingue oceaniche. Il tono della voce è sostituito dall'espressione del viso: c'è un'espressione per le domande dirette («Vieni?», «studi matematica?») una per domande complesse («quando vieni?», «cosa studi?», «Perché piangi?») una per gli imperativi («Vieni!», «Studia!») e altre per indicare le frasi relative («il libro che ho comprato, la ragazza con cui parlavi»).

La Comunicazione dai segnali di fumo agli sms... 180px-Deaf_or_HoH_person_at_his_workplace_using_a_Video_Relay_Service_to_communicate_with_a_hearing_person_via_a_Video_Interpreter_and_sign_language_SVCC_2007_Brigitte_SLI_%2B_Mark
Una comunicazione mediata dal videofono

Il segno di ogni lingua dei segni può essere non manuali:scomposto in 4 componenti essenziali:


  • movimento
  • orientamento,
  • configurazione
  • luogo (ossia le quattro componenti manuali del segno)

    e componenti non manuali:

  • espressione facciale,
  • postura e
  • componenti orali.


Di quest'ultimo elemento, le componenti orali, poiché rappresentate solo talvolta da labializzazione simile al parlato, si ritiene che non appartengano propriamente alla lingua dei segni se non per aspetti secondari laddove il segno sia indentificabile e pienamente intelleggibile grazie alle altre componenti.

La Comunicazione dai segnali di fumo agli sms... Mid-Inzettolkgebarentaal1.ogv
Un interprete si esprime nella lingua dei segni tedesca

Si tratta dunque di un apporto delle lingue orali la cui influenza sulle lingue dei segni si manifesta a causa di una educazione oppressiva che non permise, e talvolta anche oggi non permette, l'uso naturale della lingua dei segni ai sordi con evidenti finalità di 'integrazione' (forzata e a senso unico): molti sordi ad esempio usano segnare il verbo in ultima posizione (es: bambino mamma lui-le-parla) quando comunicano in Lis, tuttavia nelle traduzioni televisive il verbo viene spesso messo in seconda posizione ad imitazione dell'italiano.
Un altro evidente sintomo della pervicace ricerca di 'integrazione' è la pseudo-lingua detta "Italiano Segnato", ovvero l'uso dei segni con struttura grammaticale della lingua italiana oppure, ancora, il ricorso all'
alfabeto manuale (dattilologia) quando il segnante manchi, per sua ignoranza, di un segno o non sia ancora entrato a far parte della lingua nella LIS, il cherema corrisponde al fonema delle lingue parlate. Si può in questo caso parlare di coppie minime facendo riferimento a due segni che differiscono soltanto di una delle componenti essenziali. Alcune funzioni grammaticali vengono espletate dalle espressioni facciali come ad esempio la forma interrogativa. È possibile, tuttavia, con un solo segno che incorpora più elementi rappresentare intere frasi o loro parti consistenti e significative; esistono perciò segni particolari – come per esempio i cosiddetti classificatori – che svolgono più funzioni.
È importante non far confusione tra termini apparentemente equivalenti come "la lingua dei segni" e "il linguaggio dei segni". Questo perché il termine "linguaggio", almeno secondo il De Mauro Paravia, indica genericamente la capacità innata degli esseri umani di comunicare tra di loro in una (o più di una) lingua, indipendentemente dal fatto che si usi la voce o il corpo per veicolare tale lingua. Il termine "lingua" designa quindi un sottoinsieme ben specifico dei vari "linguaggi".

la lingua dei segni italiana
La lingua dei segni italiana (LIS) è una lingua naturale che utilizza la modalità visivo-gestuale in sostituzione della modalità acustico-vocale comunemente utilizzata nella comunicazione linguistica. La LIS non ha una forma scritta, è una lingua di scambio dialogico utilizzata dalla comunità Sorda in Italia.
Essa ha una struttura assai diversa dalla lingua italiana (parlata) dato che, nel corso della storia, sordi ed udenti non sono stati molto in contatto.
Ad esempio la maggior parte dei segnanti produce frasi con ordine dei segni
SOV mentre i parlanti di italiano usano un ordine di parole SVO.
Molti verbi della lingua italiana dei segni, inoltre, concordano anche con l'oggetto (proprietà riscontrata anche nelle lingue parlate, ad esempio nel
Basco) mentre in italiano i verbi concordano solamente con il soggetto.
La lingua dei segni italiana, come le altre
lingue segnate, è dunque una lingua vera e propria con una sua grammatica che però è molto diversa da quella dell'italiano parlato.

La Comunicazione dai segnali di fumo agli sms... AlfabetoLIS
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MessaggioTitolo: Re: La Comunicazione dai segnali di fumo agli sms...   La Comunicazione dai segnali di fumo agli sms... Ang28Mar Mag 25, 2010 8:05 am




Il progetto Voyager - Come il Voyager 1, anche Voyager 2 porta con sé un disco registrato d'oro (il cosiddetto Voyager Golden Record) che contiene immagini e suoni della Terra, assieme a qualche istruzione su come suonarlo, nel caso qualcuno lo trovasse. I contenuti della registrazione furono selezionati da un comitato presieduto da Carl Sagan. La navetta, secondo quanto ipotizzato dalla Nasa, impiegherà 40mila anni per arrivare nelle vicinanze di un'altra stella, ma le probabilità che venga trovata da qualcuno sono estremamente remote. Un suo possibile ritrovamento ad opera di una forma di vita aliena potrà avvenire soltanto in un futuro molto lontano. Il suo lancio è infatti visto più che altro come qualcosa di simbolico che non un tentativo reale di comunicare con forme di vita extraterrestri.


La Voyager 2 sta inviando alla Terra dati in formato sconosciuto. Un esperto: "E' stata catturata dagli alieni"La sonda spaziale Voyager 2, lanciata nel 1977 dalla Nasa per un viaggio che l’ha portata oltre i confini del Sistema Solare, potrebbe esser stata intercettata dagli alieni.

Il mezzo, che aveva come obiettivo quello di portare un messaggio di pace agli extraterrestri, avrebbe infatti cominciato ad inviarci dati assolutamente anomali. Secondo quanto riferito da alcuni esperti, la sonda, distante 13 ore luce dal nostro pianeta, al momento starebbe inviando esclusivamente informazioni secondarie, del tutto irrilevanti.

Tra gli addetti ai lavori c’è chi ipotizza che la Voyager 2 sia stata individuata e sabotata da una qualche specie intelligente.La sonda della Nasa è stata catturata dagli alieni - "Sembra quasi che qualcuno abbia dirottato o riprogrammato la sonda - ha detto Hartwig Hausdorf, scrittore 54enne autore del libro UFOs - They Are Still Flying -. Forse non conosceremo tutta la verità".
Il segnale trasmesso dalla Voyager 2 ha subito improvvise e inspiegabili modifiche lo scorso 22 aprile. La cosa che lascia tuttavia perplessi gli scienziati non è tuttavia l’assenza di “dati scientifici”, ma la presenza nel flusso degli stessi dati di un segnale completamente sconosciuto: l’ipotesi di Hausdorf è che gli alieni stiano tentando di rispondere ai messaggi di benvenuto portati dal mezzo.

Per l'agenzia spaziale non ci sono misteri - La Nasa non ha tuttavia elementi per confermare o smentire tale teoria e per questo invita tutti alla calma. “Il sistema di trasmissione - ha detto Edward Stone, responsabile scientifico del programma Voyager – può esser stato alterato da una particella che ha modificato accidentalmente una memoria del sistema, o da un guasto di tutto il pezzo. Non è la prima volta che avviene una cosa del genere e non è necessario immaginare che sia dovuta a un agente esterno. Bisogna poi rendersi conto che il Voyager è ancora a quarantamila anni di viaggio dalla stella più vicina. Le distanze sono immense e la probabilità che qualcosa abbia raggiunto il Voyager sono minime".
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MessaggioTitolo: Re: La Comunicazione dai segnali di fumo agli sms...   La Comunicazione dai segnali di fumo agli sms... Ang28Gio Mag 27, 2010 4:11 am

Con l'espressione traduzione simultanea, più esattamente chiamata interpretazione simultanea, viene invece inteso il lavoro di traduzione immediata di un discorso da una lingua a un'altra nel suo svolgersi; è un tipo di traduzione normalmente usato in assemblee e convegni internazionali per permettere a un uditorio composto di persone parlanti lingue diverse di seguire lo svolgersi dei lavori, ciascuno nella propria lingua.


traduttore parlante portatile
un innovativo traduttore che riproduce parole e frasi in 12 differenti lingue, visualizzandone il testo sul display.
Il dispositivo è in grado di tradurre frasi d’uso comune e singole parole, oltre ad essere in grado di parlare 12 dei più diffusi idiomi del pianeta (inglese, tedesco, francese, spagnolo, italiano, portoghese, olandese, russo, turco, arabo, cinese, giapponese).
Nella memoria del dispositivo sono contenute circa 750 frasi e 2500 parole di uso comune o inerenti i viaggi, come, ad esempio, la richiesta di informazioni su strade, ristoranti, mezzi di trasporto e prezzi, utili per chi viaggia spesso all’estero.
Nel caso di lingue che utilizzano alfabeti differenti o ideogrammi, come, ad esempio, il russo, l’arabo o le lingue orientali, mantiene i segni alfabetici propri della lingua, per consentire una facile lettura ai madrelingua.
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MessaggioTitolo: Re: La Comunicazione dai segnali di fumo agli sms...   La Comunicazione dai segnali di fumo agli sms... Ang28Gio Mag 27, 2010 9:41 am

pero!!!
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MessaggioTitolo: Re: La Comunicazione dai segnali di fumo agli sms...   La Comunicazione dai segnali di fumo agli sms... Ang28Ven Mag 28, 2010 11:37 am

dunque,portiamo il discorso da un altra parte.la poesia.
senza dubbio la poesia è una forma di comunicazione, molto importante.è stata la voce di quelle persone messe da parte, quelle persone che si sono isolate dal momdo e dalle società, ma è stata anche la voce di uomini possenti e forti come Dante. ha dato la possibilità di esprimersi a mille persone diverse, mille persone apparentemente con nulla in comune, eppure avevano la poesia nel cuore.

apollinaire, a volte, dava forma alle sue poesie, se scriveva di uno specchio in cui vedeva riflessa la persona amata, la poesia aveva la forma di uno specchio. dunque parole e disegni per rafforzare le sue espressioni.

da qui passiamo all'arte(intesa come disegni, dipinti..)
nel medioevo molte persone non erano in grado di leggere e scrivere,e l'arte era la forma di comunicazione dominante. periodo di chiusura totale e di massimo potere della chiesa, le pitture avevano lo scopo di educare, di mostrare i peccati e le loro conseguenze, di spaventare.oggi l'arte educa ancora, ovviamente in modo diverso;pensiamo al cartellone pubblicitario contro l'anoressia comparso a milano qualche anno fa, o alle pubblicità progresso. oggi,in un mondo dove pochi sono ancora capaci di ascoltare, sono essenziali le immagini, i colori, sono loro che colpiscono.

e la musica (suggerimento di rem)? con la musica passano messaggi importanti.
naturalmente un certo tipo di musica, non quella delle discoteche che ripete sempre le stesse parole, scusate il termine, idiote.ma la musica vera, con note e melodie vere che ti portano in un altro mondo e parlano a milioni di persone.

e le fiabe? morali, ogni fiaba insegna qualcosa. sono adatte ai più piccoli(per loro sono divertenti, paurose) e ai grandi (debtro ogni personaggio inventato è nascosto un vero persomaggio, simbolo di male, avarizia, micizia, amore), ed è con le fiabe che si cresce. almeno una volta, oggi non lo so più.

come ho già scritto oggi pochi ascoltano e pochi parlano.i bambini giocano davanti ai videogames, non ascoltano più il vento, le nuvole, non comunicano più con la terra. e i grandi non hanno tempo per farlo,hanno tempo solo per quei rapporti obbligati, di lavoro e di interesse.ma se non siamo noi grandi(e scusate se mi ci metto anche io nei grandi) a insegnare a comunicare davvero, a sentire e ad ascoltare davvero, chi scolterà?chi sentirà? chi parlerà? chi scriverà? che dipingerà? è vero che si inventano ogni giorno nuovi apparecchi per favorire la comunicazione, ma abbiamo davvero qualcosa da comunuicare?e ci riuisciami davvero?o abbiamo già perso questa dono importantissimo?
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MessaggioTitolo: Re: La Comunicazione dai segnali di fumo agli sms...   La Comunicazione dai segnali di fumo agli sms... Ang28Ven Mag 28, 2010 11:39 am

inoltre, l'uomo oltre a comunicare coi propri simili, è capace di comunicare con altre specie, moltre altre specie, è persino in grado di insegnare loro determinate cose, anche a comunicare. eppure si sta perdendo.
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MessaggioTitolo: Re: La Comunicazione dai segnali di fumo agli sms...   La Comunicazione dai segnali di fumo agli sms... Ang28

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